MANUALE PER IL RECUPERO ARCHITETTONICO
Art. 10 Aperture e decori
La formazione di nuove aperture deve essere progettata e realizzata con molta attenzione al contesto (cioè alle modalità costruttive degli edifici della località) ed alle parti originarie preesistenti dell’edificio stesso: forma, dimensioni, dettagli costruttivi devono riprenderne le caratteristiche.
Può essere consentito, sempre dopo verifica del contesto, e in relazione alla tipologia costruttiva dell’edificio, l’apertura di archi (art. 10.1.1.) o astic (art. 10.2).
Art. 10.1 Aperture nelle chiusure esterne di pietra (e laterizio)
Nelle chiusure esterne di pietra e laterizio è consentito creare un limitato numero di aperture secondo le modalità di seguito riportate.
Edifici, precedenti il XVI sec., di pietra a vista regolare: in genere sono da assoggettare a restauro filologico (art. 12.). Non intonacare. In limitati casi si possono fare aperture, con contorni definiti “megalitici” (10.1.2.), da realizzare senza consolidamenti di calcestruzzo.
Edifici di pietra a vista irregolare: non intonacare all’esterno. Non costruire aperture con voltini di calcestruzzo, ma utilizzare le tecniche tradizionali con contorni di pietra sottile (10.1.3.) o eventuali archi (10.1.1.). I contorni delle aperture, in alcuni casi, potrebbero essere decorati con collarino (10.1.4.). Per interventi di riqualificazione energetica vedi 10.5. e 13.2.
Edifici di pietra intonacata (o di laterizio intonacato). Per eventuali nuove aperture (dimensioni, forme, collocazione, contorni) riferirsi al resto dell’edificio o ad edifici simili della spessa epoca: dopo aver fatto le indispensabili indagini stratigrafiche (9.4.) si interviene recuperando l’esistente storico. Per interventi di riqualificazione energetica vedi 10.5. e 13.2.
Art. 10.1.3 Contorni di pietra sottile
Illustrazione 25
Da conservare e restaurare in modo filologico sia nelle forme più semplici sia nelle forme più elaborate (“Linee guida Premia” pagina 21, “Costruire sulle Alpi” pagine 126 e 127).
Nel caso di apertura di nuove finestre tener conto delle soluzioni esistenti: in genere, ma non sempre, al piano più basso i contorni sono squadrati (non segati ma bocciardati a grana grossa) e ai piani superiori a forme elaborate (sempre bocciardati).
Conservare, restaurare e rifare le inferriate, in genere in luce al piano basso (“L’architettura montana” pagina 108) e sporgenti (a museruola, cioè con tutte le sbarre murate, prima del XVI secolo, con zanche di raccordo con la muratura o i contorni di pietra, in epoche successive) ai piani alti.
Le inferriate nuove non vanno costruite con saldature ma forgiate e battute come le antiche (“L’architettura montana” pagina 165 foto 492, 493 e 494).